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Spesso ci si imbatte nel nostro destino proprio lungo la strada presa per evitarlo |
Questi sono giorni di preparazione: c'è chi si prepara per le ferie imminenti e chi - come i miei amici - per il week end più atteso dell'estate: il "Montelago Celtic Night"...
Purtroppo neanche quest'anno riuscirà a vedermi presente a Colfiorito: inizio a pensare che sia colpa del destino! Ovviamente è solo un modo di dire. Io non credo al destino, trovo assurda l'idea di un futuro predeterminato in qualche modo, da "qualcuno". Quando ragiono su questo argomento mi torna sempre in mente la risposta di un mio vecchio amico alla domanda: "tu credi nel caso o nel destino?" Egli rispose: "e cosa cambia? in entrambi i casi ciò che mi accadrà mi è comunque ignoto". Inconfutabile saggezza popolare!
Comunque le coincidenze del caso, a volte, sono così ben incastrate da far sembrare "voluta" una certa cosa... e questo è un chiaro esempio di come gli attributi, prima di essere nelle cose stesse, sono nei nostri occhi. Guardiamo, ad esempio, come la saggezza orientale ha tentato, a suo modo, di districare il concetto di "destino". Parliamo del karma, ovvero quel "principio universale necessario" secondo il quale ad ogni azione volontaria dell'uomo ne corrisponde un'altra uguale (nella "qualità", ovvero positiva o negativa) e contraria (nel "ricevente", ovvero da me verso il mondo - dal mondo verso me). In barba alle più elementari leggi della fisica sull'attrazione degli "opposti", immettere nel cosmo energie positive farà tornare a noi qualcosa di positivo, immetterne di negative ci procurerà qualcosa di negativo. Questa teoria mi piace, mi convince molto più di qualsiasi altra teoria religiosa "occidentale" sul "bene" e "male". E questo perchè dà in mano a noi il potere sul "destino" e non a qualcun'altro che decide per noi. Ovvio che poi ci sono dei limiti: c'è una verità assoluta e immutabile e cioè che tutto ciò che esiste è soggetto a trasformazione: nella fattispecie, l'uomo è destinato a morire. Su questo non possiamo scegliere, ma a ben vedere, la ragione di questo "limite invalicabile" non è esterna a noi, ma intrinseca nella nostra natura. Per nostra natura non possiamo decidere se essere mortali o immortali, ma come direbbe Gandalf il grigio: "possiamo soltanto decidere cosa fare con il tempo che ci è concesso".
Nella storia molte aberrazioni "morali" sono nate e, purtroppo, entrate ormai nel nostro sentire comune, anche per colpa del "destino". Alcune tra queste sono il "peccato" (che porta al "senso di colpa") e il "sacrificio".
Ma parlare di questo adesso mi porterebbe ad essere più "lunga" di quanto vorrei.
Per concludere, c'è forse qualcosa che mi impedisce, anno dopo anno, di passare il primo fine settimana di agosto in tenda tra la natura, la musica celtica e i fiumi di birra? E se questo qualcosa non può essere il destino, è forse il karma, o qualcosa che sto evitando io? Ma no, decisamente no. Gli anni scorsi era: prima a causa del mio ex ragazzo, poi delle ferie... e quest'anno semplicemente la convalescenza dalla febbre e la paura di ricadute prima delle vacanze! :)
Buon divertimento!
Zitta va... un freddo e un umido che si moriva! XD alla fine mi sono divertito come sempre però alle 5 ero a casa sotto calde coperte... altro che tenda al ghiaccio!!! Ormai "so vecchio" ... =)
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