mercoledì 16 marzo 2011

...ma le Maldive sono un diritto?

...grande trambusto oggi in ufficio. Una collega è tornata da una vacanza alle Maldive. Beata lei!
La vedo procedere sorridente, viso rilassato e abbronzato, sfila veloce lungo il corridoio per raggiungere la sua scrivania. Man mano dagli uffici sbucano capannelli di colleghe, chi solo per vederla e salutarla, chi per darle il bentornata e chidere come sia andata la vacanza. Poi ci sono le classiche "supercuriose" che la seguono fin dentro il suo ufficio per complimentarsi per il suo aspetto meraviglioso e domandarle di tutto, fino al minimo dettaglio...
"Ragazze è un posto bellissimo, veramente, al di sopra di ogni possibile aspettativa. Da quando sono tornata lo sto consigliando a chiunque: dovete andarci!" "...Mavà!?"  penso io, le sorrido, la saluto augurandole buon lavoro e me ne torno timidamente al mio posto. Rifletto tra me e me: costo medio di un viaggio alle Maldive: volo, soggiorno, spese varie più o meno obbligatorie = 2mila euro a testa, ad andar bene. Ammesso che ci si possa permettere una cifra simile (magari che ne so, grazie a qualche parente benefattore, qualche regalo o vincita al lotto) bisognerebbe avere un lavoro che ti permetta di prendere almeno una settimanella di ferie... "una roba da viaggio di nozze, a esser fortunati!"  Penso poi alla mia vita, a come cerco, sapendo che tra qualche tempo potrei non avere più un lavoro, di risparmiare sempre più che posso. Penso che anche la persona con cui divido i miei giorni oggi ha uno stipendio (finalmente!) ma domani? Di certo non potrebbe comunque permettersi di prendere una settimana di ferie... E poi, dobbiamo pensare a casa, per il momento la nostra mansarda va di lusso, ma alla nostra vita serve una casa vera, con una doccia e una cucina... Non è una novità: fin da bambini si impara che al mondo esistono squilibri di fortuna... c'è chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, c'è chi arriva a malapena a fine mese e chi è talmente abituato ad aver soldi per soddisfare i propri desideri da non rendersi conto di come possa esistere una vita diversa dalla sua. Ecco, forse è stato proprio questo ad avermi colpito stamattina: quel "dovreste andarci anche voi!" detto con il candore e la spontaneità di chi non pensa quanto sia probabile che stia parlando a persone che potrebbero non avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato, o una casa di proprietà lasciata in eredità...
Ben inteso, lungi da me sentimenti di invidia, mi ritengo comunque una persona molto fortunata per tutto ciò che ho. Mi domando solo quale vita sia veramente a misura d'uomo, quali siano quei "diritti" che dovremmo legittimamente esigere e che qualcuno arriva addirittura a considerare privilegi, come il lavoro, una casa, il riposo dal lavoro quando se ne sente il bisogno, e quali siano quei privilegi - come suppongo possa essere una vacanza alle Maldive - che qualcuno arriva a considerare diritti alla portata di tutti...

lunedì 1 novembre 2010

l'insegnamento di questi giorni...

Finalmente riesco a rimettere mano a questo mio blog, trascurato per così tanto tempo... merito di questi giorni di pausa dal lavoro forse, giorni in cui ne sono successe tante e sono riuscita ad avere il modo di pensarci su.


Forse ciò che di più importante ho imparato studiando filosofia è che la chiave, il segreto della maggior parte delle cose, sta nella semplificazione. I nostri vissuti, le esperienze e le questioni che affrontiamo nella vita, per essere compresi, risolti o se non altro vissuti al meglio, possono - a ben vedere - essere semplificati, ragionandoci un po' su. La semplicità è nostra amica, ma attenzione, questo non vuol dire eliminare o ridurre le sfumature e le particolarità (errore gravissimo, assolutamente da non fare!), significa solamente cercare di cogliere cosa sta alla base di tutto, da che cosa deriva il tutto, per capire le situazioni e come comportarci per fare e farci il meno male possibile. 

Da ciò che mi è successo in questi ultimi giorni ho rinfrescato un insegnamento fondamentale che troppo spesso si tende, io stessa per prima, a non tenere nella giusta considerazione. 
Socrate consigliava "conosci te stesso", ma oltre a ciò è fondamentale anche rispettare se stessi

Non dico che questa sia l'unica legge da tenere a mente nel nostro vivere di tutti i giorni, ma di sicuro è questo il primo passo dal quale gli altri devono procedere. Prendiamo, ad esempio, anche il più importante insegnamento della cristianità: "ama il prossimo tuo come te stesso", risulta parola vuota se prima non siamo in grado di rispettare veramente noi stessi.

In questi giorni ho visto vite spezzarsi, cuori spezzarsi, serenità interiori spezzarsi... seppur ad un primo sguardo potrebbero sembrare tutti accidenti diversi e scollegati tra loro, a guardar meglio mi accorgo che tutte queste cose, se si fosse tenuto a mente l'insegnamento di cui sto parlando, probabilmente avrebbero creato molti meno casini, o forse, neanche sarebbero avvenute...