
in questa formula che utilizziamo normalmente come saluto nell'incontrare una persona nuova, quando va bene, c'è almeno una bugia... che bell'esordio :)
La bugia ovviamente è il "conoscerti", forse è per questo che molto più spesso si dice solo "piacere!"
La filosofia è piena di riflessioni su quanto sia problematica la conoscenza dell'altro... e anche il senso comune è pieno "detti" su come "non si può mai conoscere una persona fino in fondo".
Ma stamattina non vorrei parlare tanto di questo, quanto delle "modificazioni" che le altre persone producono in noi. Che poi forse, alla fine, è questa la chiave di volta della conoscenza anche più in generale (ambire a qualcosa di più credo sia sovrumano forse).
Conoscere una ragazza nuova a lavoro e lasciare che la poca simpatia inizialmente provata "a pelle" venga superata dalla solidarietà tra concittadine pendolari mi fa riscoprire il valore della tolleranza e della solidarietà.
Chiacchierare con un agente pubblicitario per telefono e rendersi conto che probabilmente uno dei rapporti interpersonali più gradevoli della giornata è frutto di un volgare interesse e relazione commerciale mi fa riflettere sull'autenticità della corrispondenza tra la realtà delle cose dura e cruda e ciò che effettivamente quelle cose producono in noi a livello di emozioni e sensazioni. Una regola di sopravvivenza potrebbe essere quella di godere della piacevolezza anche di ciò che è falso, stando sempre attenti a non confonderlo con il vero.
Sperimentare appena un attimo dopo, con un furbo, arrogante e abituale consulente profumatamente pagato, che esiste sempre qualcosa che infine riporta le cose in ordine alla realtà e da una testa di cazzo la sensazione che si prova è sempre quella di profondo fastidio.
Chiacchierare con un perfetto sconosciuto in una chat, trovarlo di primo impatto simpatico e interessante come persona, per poi scoprire che si tratta di uno dal quale in molti mettono in guardia non mi incoraggia a credere nelle persone.
Ritrovare poi, in una pausa caffè, qualcosa che somiglia molto di più ad un principio di amicizia al femminile, piuttosto che a una normale relazione tra colleghe mi fa riflettere sul mio concetto di "amicizia femminile" tutto ancora da definire... alla mia età, sembra strano eh?
La serata che ho passato ieri a chiacchierare di politica bevendo birra, sgranocchiando noccioline e fumando sigarette è stata una serata tra amiche? Oppure qualcosa di altra natura? Di meno profondo e autentico?
E nell'attesa di riuscire a capire fino a che punto sono disposta a mettermi in gioco con gli altri esseri umani, a pranzo porterò le mie colleghe all'Old Wild West e stasera cenerò con il mio amore e "diversi compagni" al Centro Sociale.
p.s. un ringraziamento speciale oggi va a me stessa che ieri pomeriggio, in piscina, mi ha fatto trascorrere una piacevolissima oretta in mia compagnia... grazie, inseparabile e forse unica vera amica.
A parte l'uso eccessivo del "corsivo" - ciò che dici è moltissimo interessantissimo! Si perché giustamente, come può essere un piacere conoscerti se non ti conosco. Uno viene da te, tu gli dici "piacere", e lui - TAC - ti spara. Che gran piacere =D NON CI AVEVO MAI RIFLETTUTO! LOL
RispondiEliminaSul corsivo ci sto ragionando su... il mio intento era fare in corsivo SOLO il sottotitolo... ma non so ancona come fare!
RispondiEliminaMetti regolare il carattere predefinito, poi quando scrivi il post metti a mano il corsivo! :)
RispondiEliminaehm... volevo fare esattamente il contrario... ^^
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